Santa Margherita di Città di Castello o della Metola

La Santa Disabile

La Santa Disabile

La Santa Margherita

La vicenda umana e spirituale di Santa Margherita di Città di Castello dopo sette secoli, ha ancora molto da dire e da insegnare.

Anzitutto, la storia di Margherita ci ricorda che Dio non abbandona nessuno, e che quindi nemmeno noi dobbiamo dimenticarci di coloro che sono nel bisogno.

La drammatica vicenda della Santa Margherita ci aiuta a vigilare sui pericoli per il futuro dell'umanità

Santa Margherita da Città di Castello

La vita di Santa Margherita

La nascita e i primi anni

Comunemente si fa risalire l'anno della nascita di Santa Margherita di Città di Castello al 1287.

Partendo dall'anno della morte, 1320, considerando che in quel momento ella avesse 33 anni, si è risaliti al 1287.

In realtà, le biografie trecentesche non dicono che al momento della morte Margherita aveva 33 anni: è un'interpretazione condivisa da tutti gli studiosi, ma non è documentata.

Santa Margherita di Città di Castello nacque nel castello di Metola o della Metola nella Massa Traba-ria, figlia del "cattano" della zona di Metola, di nome Parisio e di sua moglie Emilia.

Era uno dei signorotti locali che uscì vincitore da una delle tante lotte con i paesi vicini per il dominio della Massa Trabaria, ma di lui non sappiamo quasi niente.

I nobili genitori aspettavano un erede ma ebbero una sorpresa amara quando, al momento della nascita, si resero conto che era nata una bambina molto piccola, con la gobba e la gamba destra più corta.

Come se non bastasse, dopo poco tempo si accorsero che la Margherita era anche cieca.

L'anonimo autore della Vita lunga scrive di Margherita:

"Essi (i genitori), avendo visto questa loro figlia cieca, piccola e deforme, colpiti da un dolore immenso cominciarono a detestarla, mentre gli angeli, vedendola in cielo luminosa, bella e gradita a Dio, all'istante la presero sotto la loro custodia; e così la bontà divina decise di consolare quella che il mondo aveva preso a disprezzare.

Essa infatti nasce priva degli occhi corporali per non vedere il mondo, ma si sazia della luce divina perché, stando sulla terra, possa contemplare soltanto il cielo.

È creata piccola nel corpo perché, scavando nelle profondità dell'anima, possa godere della sublime umiltà, per la quale ora la giudichiamo esaltata nella Gloria"

I genitori pensarono di rinchiudere Margherita in una cella ricavata nella torre del castello, travolti dal dolore e dalla vergogna di avere una tale figlia.

Forse dobbiamo anche pensare alla delicatezza e fragilità di Margherita, quindi, questa reclusione potrebbe avere avuto anche un significato protettivo.

Ebbe un ruolo molto importante il pievano di San Pietro d'Ico, il quale la istruiva sulle verità della fede, insegnandole le preghiere e le pratiche di penitenza che lei poteva fare.

La sua condizione era già una penitenza che il sacerdote indirizzò in maniera consolatoria, instillando in lei la convinzione che Dio stesso l'aveva voluta così per la salvezza dei peccatori.

Santa Margherita da Città di Castello
Santa Margherita da Città di Castello
Santa Margherita - Andrea di Bartolo

La vita di Santa Margherita

Città di Castello

I genitori chiesero a Dio, attraverso l'intercessione del beato Giacomo, la vista per la loro figlia Margherita negli anni 1295, 1297.

Il miracolo non avvenne.

Così viene raccontato l'episodio:

"Quando venne portata a Città di Castello dai suoi genitori al sepolcro di un sant'uomo dell'Ordine dei Minori, per riottenere la vista in virtù de suoi meriti, per volontà di Dio non ricevette il dono della vista. La ragazza, priva della vista, fu lasciata sola dai genitori in città, ma fu continuamente accompagnata e guidata da Cristo"

 

Da questo momento in poi i suoi genitori scompaiono completamente dalla vita di Santa Margherita, nessun altro riferimento, nessun'altra notizia.

Margherita, sola in un ambiente a lei sconosciuto, non potendosi muovere facilmente a causa delle sue deformità, non rimase altro che cominciare a mendicare chiedendo l'elemosina.

Da ciò che scrive l'autore della Vita lunga, alcune persone la presero in carico e provvedevano al suo mantenimento, ma non si accenna a qualcuno in particolare.

La sua fama si sparse presto in città, al punto che le monache di un monastero di Città di Castello, si offrirono di accoglierla tra di loro.

La permanenza di Margherita in questo monastero non durò molto a causa dello stile di vita delle monache, troppo diverso dal suo.

La convivenza si rivelò impossibile e Margherita fu cacciata brutalmente dal monastero.

Dopo la cacciata dal monastero, Margherita fu aiutata da Venturino e Grigia, una coppia molto devota.

Essi andarono oltre l'elemosina: le proposero di abitare nella loro casa come un'altra figlia o sorella.

Margherita accettò, ma chiese per lei di abitare in una soffitta disadorna e povera in cui potesse vivere il suo cammino dietro a Gesù crocifisso.

Questo fatto avvenne prima del 1305, come ci informa Ubertino da Casale.

Sappiamo che  tutti i giorni Margherita si recava nella chiesa dei frati domenicani attigua al loro convento della Carità.

Era certamente accompagnata da alcune donne sue amiche e discepole come Grigia e Bice.

Faceva apostolato presso gli ammalati, i disabili come lei e spesse volte la accompagnavano nelle carceri per confortare i detenuti, specialmente i condannati a morte.

La vita di Santa Margherita

Le terziarie domenicane

È difficile stabilire quando Margherita sia stata accolta nel gruppo delle terziarie domenicane né sappiamo se vi siano state le cerimonie di vestizione e professione.

Probabilmente ella vi fu ammessa verso il 1307-1308; infatti, nella Vita lunga si legge:

«Nell'anno 1308 circa dall'incarnazione del
Signore, apparve nella Città di Castello, situata nella provincia di Tuscia, una donna poverella, deforme nel corpo e disprezzata, ma dotata da Dio di molti doni e di molte virtù. Il Signore rivelò al mondo con molteplici segni e miracoli, durante la sua vita e dopo la sua morte, che essa gli era cara e che egli l'aveva prescelta»

Molto improbabile che Margherita fosse giunta a Città di Castello nel 1308, quindi questa data così precisa riportata dalla Vita lunga si potrebbe riferire all'ingresso di lei nel Terz'Ordine di San Domenico.

Le biografie affermano concordi che Margherita frequentava quasi tutti i giorni la chiesa dei Domenicani, ciò naturalmente da prima che entrasse nel Terz'Ordine; sappiamo che prima dell'accettazione passava molto tempo.

Si tenga conto, poi, della situazione particolare della Santa: cieca, disabile e giovane, condizioni che ne avrebbero impedito l'ingresso nel Terz'Ordine, ma evidentemente le sue virtù ed i carismi erano indiscutibili e quelle sue condizioni così disagevoli la mettevano al riparo dal suscitare tentazioni carnali.

Proprio per queste ragioni la data del suo ingresso nel Terz'Ordine della Penitenza di San Domenico è da collocarsi abbastanza tardi: il 1308 sembra la data più probabile.

Il domenicano, autore della Vita breve, sottolinea più volte con una certa enfasi l'appartenenza di Margherita al suo Ordine:

«Così la beata Margherita fu candida per la verginità: fu infatti una vergine purissima, come asserirono molti frati dell'Ordine dei Predicatori, ai quali si confessava; fu piccola non solo per il corpo, ma anche per l'umiltà, virtù in cui fu profondissima; fu virtuosa per la moltitudine dei miracoli, come apparirà nel seguito» 

«Portava continuamente l'abito dell'Ordine dei Predicatori ed era sempre la prima nella chiesa dei frati Predicatori e lì pregava e si confessava ogni giorno, quando poteva avere a disposizione dei confessori»

Santa Margherita da Città di Castello
Santa Margherita da Città di Castello
Santa Margherita da Città di Castello
Santa Margherita da Città di Castello
Santa Margherita da Città di Castello

I Miracoli di Santa Margherita

i miracoli di santa Margherita in vita

Durante la vita della Santa Margherita avvennero molti miracoli, ma ne sono stati tramandati pochi e l'autore della Vita lunga commenta:

«E benché la beata Margherita avesse cominciato a risplendere in diversi luoghi e presso diverse persone per i suoi miracoli, che sembrano trascurati per una sorta di oblio, tuttavia, da quanto accadde nella casa di Venturino si dimostra la santità della sua vita».

il miracolo dell'incendio

Il primo miracolo si verificò nella casa di Venturino e Grigia.

Un giorno scoppiò improvvisamente un violento incendio nel piano inferiore della casa; molta gente si precipitò lì per soccorrere gli abitanti facendo un grande strepito.

Grigia sapeva bene che al piano superiore abitava Margherita e fu presa dallo spavento e dal dolore; con la voce rotta dal pianto e dalla paura chiamò forte: «Margherita, Margherita, scendi!», ma lei non sembrava preoccuparsi troppo e continuò a pregare con fervore e confidando nella bontà di Dio.

Poi si alzò, le gettò il suo mantello e disse: «Non temere, Grigia, ma confida nel Signore; prendi questo mantello e gettalo sopra il fuoco».

La padrona di casa fece con molta fede quanto le aveva suggerito la Santa: gettò il mantello di Santa Margherita sul fuoco e l'incendio si spense immediatamente davanti a tutti coloro che erano accorsi.

 

il miracolo di Venturella

Un altro miracolo accaduto durante la vita di Margherita riguardò una suora di nome Venturella.

Ella era malata ad un occhio, che temeva di perdere; si rivolse allora ad un famoso medico, il quale le chiese una cifra molto esosa: un fiorino, non garantendo però la guarigione.

Suor Venturella era povera e si confidò con Margherita; la Santa ne ebbe compassione, le toccò l'occhio con il pollice della mano destra e subito il gonfiore sparì e suor Venturella tornò a vedere perfettamente.

Un altro miracolo avvenuto in casa di Venturino e Grigia riguardava una nipote di lei a cui Margherita era molto affezionata: era stata sua madrina di Battesimo e la considerava sua figlia spirituale.

Questa ragazza era in fin di vita e nella notte di san Fortunato era vegliata da molte donne, parenti della signora Grigia; tra di loro c'era anche Margherita, che pregava con molto fervore per la guarigione di questa ragazza, ma quella notte lo fece con maggior ardore.

Ad un certo punto le donne si addormentarono tranne due che rimasero sveglie per osservare i gesti che avrebbe fatto la Santa.

Credendo che tutte dormissero, Margherita si allontanò dalla camera e si mise in un angolo del salone e cominciò a pregare più intensamente; le due donne la seguirono in silenzio.

Dopo un po' videro che lei stava parlando con un giovane dall'aspetto splendente e molto bello, che diceva: «Margherita, cosa vuoi che faccia per te, in nome di nostro Signore Gesù Cristo?».

E lei rispose: «Che tu guarisca mia figlia».

Il giovane si diresse verso la scala della casa e Margherita lo seguiva chiamandolo: «Fratello mio, aspetta; fratello mio, non andartene; ora verrà subito tuo fratello Fortunato, per stare con te».

Allora il giovane tornò indietro nel salone e l incontrò Fortunato ed essi, insieme a Margherita, entrarono nella camera; fecero il segno della croce sull'ammalata e scomparvero.

In quell'istante la campana della chiesa di san Fortunato cominciò a suonare il Mattino; a quel punto la ragazza, ormai prossima alla morte, cominciò invece a parlare ad alta voce tanto che le donne si svegliarono.

Ella diceva: «Sono stata curata e guarita dalle preghiere di mia madre».

Al mattino si alzò completamente ristabilita.

Nei giorni successivi quelle signore, che avevano assistito a tutta la scena, interrogarono insistentemente Margherita, che alla fine rivelò che quel giovane era san Giovanni Evangelista.

 

Il dono della profezia

Tra i carismi più notevoli concessi da Dio a santa Margherita, vi fu anche quello della profezia.

Quando lei era ospitata per breve tempo in casa di un tale chiamato Pace di Offreduccio e di sua moglie Bice venne in contatto con una ragazza di nome Cecca, figlia di Maceto e di Isacchina.

Margherita la istruiva ogni giorno nel timore e nell'amore di Dio; imparò l'Ufficio della beata Vergine, parte del Salterio e una formula di confessione generale molto bella.

Una volta, mentre erano riuniti i familiari di Cecca con altre persone per discutere del suo matrimonio, Margherita prese la parola e disse: «"Vi prego di non affaccendarvi più per questo progetto, ma vogliate acconsentire a vostra figlia, che, per ispirazione divina, desidera intensamente dedicarsi al servizio di Dio, affinché con la pace di Dio e la vostra possa indossare l'abito dei frati Predicatori, tra i quali ha deciso di servire Cristo, come desidera".

I genitori le risposero in maniera molto dura e la madre soggiunse: "Margherita, Margherita, rassegnati, rassegnati, perché nostra figlia non porterà mai l'abito religioso".

E la Santa di rimando: "Ti dico che non solo tua figlia, ma anche tu tra poco prenderai l'abito dei Predicatori e con quell'abito tu e tua figlia finirete i vostri giorni".

Poco dopo avvenne proprio come aveva predetto la Santa».

Sempre in quel periodo, la signora Bice raccontò che suo marito, Pace di Offreduccio, era stato coinvolto in una rissa a causa di suo figlio e rischiava una forte multa in denaro.

Bice lo disse a Margherita, la quale le rispose: «Non temere, perché per questo fatto non pagherà niente e non ne seguirà alcun male».

La profezia si realizzò puntualmente.

I miracoli avvenuti durante la vita di Margherita furono certamente molti di più, come abbiamo detto, per questo la sua fama si sparse nelle città vicine: la Massa Trabaria sua terra natale, Perugia, Gubbio, Sansepolcro, Arezzo, etc.

I Miracoli di Santa Margherita

I miracoli di Santa Margherita dopo la sua morte

L'agiografo certifica di aver trovato i miracoli nella fonte precedente da cui molto spesso afferma di attingere; i miracoli sono tutti accuratamente registrati da notai pubblici.

Il miracolo del paralitico

«Federico, del paese di Santa Cecilia giurò che per tutto il tempo che poteva ricordare era rimasto paralizzato alle braccia e che era così sofferente alle giunture del corpo da non poter camminare in nessun modo senza l'aiuto di qualcuno e del bastone.

Avendo sentito parlare della santità di Margherita e dei miracoli che avvenivano, preso da una straordinaria devozione si raccomandò a lei, pronunciando un voto a Dio e alla beata Margherita e chiedendo che gli fosse restituita la salute per i meriti di Margherita e dopo aver pronunciato il voto fu perfettamente guarito.

Si dice che questo avvenne il 19 maggio 1320.

 

Il miracolo dell'uomo resuscitato

«La gloriosa Margherita rifulse anche della virtù di risuscitare i morti.

Infatti, un contadino abitante tra Carda e Apecchio" era andato a tagliare la legna in un bosco, quando molti orsi lo assalirono e lo sbranarono con gli artigli per tutto il corpo.

Accadde che alcuni uomini del vicinato, passando casualmente di lì, trovarono quell'uomo morto, lo misero su una barella di legno e lo portarono al paese più vicino.

Lì accorsero uomini e donne e tra le altre una donna, guardandolo, riconobbe che era suo marito; chiamò i figli piangendo fortemente, lo prese e lo fece deporre sul letto, aiutata dai presenti e da quelli che accorrevano.

Ricordandosi dei miracoli che avvenivano grazie alla beata Margherita, con quella fede pura e semplice che al presente si ritrova nelle donne del popolo, fece un voto e, dopo che ebbe pregato e invocato con fede l'aiuto della beata Margherita, il contadino aprì gli occhi  e si ritrovò sano, si alzò incolume, con le ferite rimarginate all'istante.

La donna con il marito e con moltissimi loro vicini si diressero al sepolcro della beata Margherita e lì raccontarono all'unanimità e concordemente questo miracolo, mostrando le cicatrici delle ferite».

Il miracolo del bambino resuscitato due volte

Ancora più impressionante è il successivo miracolo: un bambino annegato e resuscitato due volte.

«La signora Viola, figlia di Buonaiuto, del paese di San Giustino, del contado di Città di Castello e moglie di Gilio di Giovanni, asserì con giuramento davanti a ser Giacomo da San Benedetto, notaio, e ai testimoni convocati, che mentre si trovava nel territorio di quel paese presso il fiume Vertola e aveva con sé suo figlio.

Giunta, dell'età di 2 anni e più, il figlio, senza che lei se ne avvedesse, cadde nel fiume.

Essendo stato sommerso dall'acqua e non apparendo in nessun luogo, la madre terrorizzata cominciò a gridare, chiamandolo.

Lo cercò in ogni luogo e alla fine guardando nel fiume vide galleggiare sull'acqua la cesta presso cui aveva lasciato suo figlio.

Subito prese a sospettare che suo figlio fosse annegato e correndo dietro la cesta, lungo il fiume, piangendo invocò in aiuto la beata Margherita, pregandola e votandosi a lei con fede.

Dopo aver fatto questo voto, vide apparire sulla superficie dell'acqua i piedi del figlio, li afferrò e lo estrasse dal fiume; dopo che lo ebbe estratto, trovò il figlio vivo e illeso.

Interrogata per quanto tempo il figlio fosse rimasto nel fiume, rispose che senza dubbio vi era rimasto così a lungo che chiunque lo avrebbe ritenuto morto e affogato.

Inoltre la signora Viola, di fronte al suddetto notaio e ai testimoni, affermò di nuovo con giuramento che dopo quei fatti, circa quindici giorni dopo, mentre lei con suo figlio Giunta si trovava presso il fiume per raccogliere mandorle da un mandorlo, avvenne che suo figlio cadde di nuovo nel fiume, mentre lei stava sull'albero.

Scese in fretta dall'albero e cominciò a correre lungo il fiume per soccorrere il figlio in difficoltà, ma lo raggiunse tardi; lo estrasse dal fiume e lo trovò veramente morto e affogato e molte persone di quel paese lo videro ugualmente morto.

La madre non smetteva di invocare di nuovo il soccorso e la grazia della beata Margherita in favore di suo figlio e, dopo che ebbe fatto il voto, suo figlio Giunta cominciò a parlare e ad aprire gli occhi e così all'improvviso tornò sano e felice per le preghiere e i meriti di Margherita.

Lo scritto originale dichiara che queste cose sono avvenute nell'anno del Signore 1320, il 20 maggio».

Santa Margherita da Città di Castello
Santa Margherita da Città di Castello
Santa Margherita da Città di Castello

testo liberamente tratto da "Margherita La Santa Disabile" M.Papalini shalom editore